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Ritorna nei banconi il pesce di Fukushima

Già da domenica i pescatori di Fukushima sono tornati a lavoro e lunedì mattina il pesce proveniente dalla zona del disastro ha fatto la sua apparizione nel bancone di uno dei supermercati limitrofi. Per il momento si tratta solo di polpi e lumache marine poiché secondo gli esperti proprio questi animali sarebbero in grado di assorbire nel proprio corpo solo una piccolissima parte delle particelle nucleari, anche se si fa solo riferimento al cesio, tralasciando gli altri possibili elementi, come per esempio lo stronzio. Il governo giapponese ha comunque vietato ai pescatori la vendita di ulteriori 36 tipi di pesce considerati molto dannosi per la salute ed ha aggiunto che si opporrà con tutti i mezzi necessari alla vendita di qualunque pesce del quale non possa essere dimostrata l'innocuità.
Ai pescatori che dall'indomani del disastro hanno volontariamente sospeso la loro attività la Tepco (la società che gestiva i reattori) aveva versato una somma di 125 milioni di dollari, ma è forte la voglia per questi uomini di ritornare a lavoro, fingendo una sorta di "normalizzazione" della situazione.
In realtà però la situazione non è per niente normale e il Giappone è ancora alle prese con gli effetti dell'esplosione dei reattori che hanno portato al più grande rilascio accidentale di materiale radioattivo mai registrato fino a questo momento. Il livello di cesio nella costa ha infatti raggiunto i 100.000 bacquerel per metro cubo, dati 100 volte superiori a quelli rilevati nel mar Nero a causa del disastro di Chernobyl, avvenuto nel 1986.
Presto potrebbe essere il granchio a riapparire nei banchi dei supermercati, ma anni dovranno passare secondo gli esperti prima che gli altri pesci possano essere dichiarati innocui.
Nel frattempo aumenta la preoccupazione dei consumatori, soprattutto di quelli che hanno figli e sono spaventati dell'attuale situazione.
Il governo prova comunque a rassicurare spiegando che la situazione verrà costantemente monitorata e che anche le fattorie vicine ai luoghi contaminati verranno ispezionate al momento della raccolta del riso, ogni chicco verrà controllato e solo qualora fosse trovato negativo al cesio verrà immesso nel mercato.
Essendo italiana e conoscendo la mia patria sono sicura che anche i polpi e le lumache sarebbero rimasti nel bancone del supermercato qualora tutto ciò fosse successo nella mia patria, ma sono convinta che lo spirito patriottico proprio dei giapponesi impedirà che ciò accada in terra propria, dove la voglia di tornare alla normalità e dimenticare l'accaduto é sempre forte.

1 commento:

  1. Non ho parole per questa cosa ......... mi sembrano davvero dei Folli e degli assassini - anche se non lo hanno fatto direttamente con le loro mani - il risultato finale potrebbe essere lo stesso

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Grazie per il vostro commento