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Lo slang dei giovani giapponesi


In questi giorni ho discusso molto con i miei amici giapponesi sulle mode del Giappone di oggi e loro mi hanno spiegato, tra le altre cose, che per poter essere considerato, e, poter discutere un po' con tutti, bisogna anche tenere conto del fatto che la lingua si rinnova continuamente e si riempie di modi di dire che solo chi vive in Giappone può conoscere. Anche nel paese del sol levante, infatti, così come in tanti altri paesi, l'America su questo fa scuola, i giovani creano un loro linguaggio, che potremmo sicuramente definire "slang", questi modi di dire si diffondono all'interno della popolazione e diventano dei veri e propri fenomeni sociali. Attualmente uno dei termini che sta facendo il giro del Giappone è KY. Queste due lettere stanno per "Kuuki", che in italiano significa aria, e "yomenai", che è la forma potenziale negativa di leggere. Letteralmente dunque "kY" è qualcuno che non può leggere l'aria, ovvero che non riesce a leggere tra le righe perché non capisce il momento e di conseguenza fa o dice qualcosa nell'attimo sbagliato. 
Simpatico questo modo di dire? Si, davvero, ma non è tutto...
Un altro slang che è diventato di uso comune è "SW". Queste due lettere stanno per "Seikaku", personalità, e "Warui", cattiva, quindi, chi in Giappone ha un brutto carattere o un cattivo temperamento è molto "SW".
Infine quello che più mi ha fatto sorridere è "MG5".
"MG5", letteralmente Maji, veramente, Gire, arrabbiarsi, 5 (in giapponese go), ovvero 5 secondi ancora, sta ad indicare che il limite di sopportazione è davvero finito e chi pronuncia questa frase entro 5 secondi potrebbe esplodere.
Ma allora la famosa pazienza e il "self control" dei giapponesi?
beh! In fin dei conti questo dimostra davvero che tutto il mondo è paese!


...E a Tokio la terra trema ancora

Questa mattina non appena ho aperto gli occhi, mi sono catapultata sul web, come tutti i giorni, per informarmi sulle ultime notizie. Aprendo Twitter sono immediatamente venuta a conoscenza che, proprio qualche secondo prima, a Tokio la terra aveva ricominciato a tremare e l'epicentro era proprio Ibaraki, la stessa zona che appena qualche giorno prima era stata colpita dal ciclone. Mi sono detta "Chissà come saranno spaventati i giapponesi, io sarei già scappata un anno fa", ma poi, riflettendo, a mente fredda, ho capito che forse loro sono davvero "abituati", ma si può fare l'abitudine a cose come questa?
In Giappone si!
In Giappone si perché anche i bambini sanno ciò che devono fare in caso di terremoto e durante le mille immagini che i media hanno mostrato, li abbiamo visti questi piccoli giapponesi che diligentemente mettevano un casco e cercavano rifugio in posti sicuri, con un tale sangue freddo da fare invidia al più coraggioso degli occidentali.
Mi chiedo invece cosa significa dover convivere ogni giorno con la paura che le scorie nucleari ti uccidano.Forse i bambini, vittime innocenti che hanno trovato già il mondo così, non sanno a cosa possono andare incontro, ma gli adulti si, eppure riescono a continuare la vita così come se niente fosse.
Il coraggio degli stupidi? o la rassegnazione di un popolo che aveva già vissuto un episodio simile dopo la seconda guerra mondiale?
Ovviamente i giapponesi stupidi non sono e se non fosse che di loro ho una grande stima non sarei qui a scrivere.
E allora cos'è?
E' l'orgoglio di un popolo che continua ad andare avanti e che riesce a vedere un futuro anche dove potrebbe non esserci, è che in fondo se ci pensiamo bene nessuno di noi può dire che domani mattina potrà aprire gli occhi e allora va bene anche vivere a Fukushima, andava bene anche vivere a Chernobil, è che questo mondo non ci appartiene e stiamo continuando a maltrattarlo e allora cosa importa Fukushima, Chernobil, o altre mille Hiroshima?
E allora tutti non ci pensiamo, perché nessuno vuol pensare a cosa potrebbe essere o non essere domani e lo stesso credo fanno i giapponesi, cercano di non pensare a ciò che tanto non può essere cambiato: "Il destino"!

Il Giappone e l'Hanko

Un tipo di hanko
Qualche anno fa, uno dei miei migliori amici giapponesi, "Tomohide", venne a farmi visita in Italia con la moglie "Ryo", ed essendo ovviamente a conoscenza del il mio amore per il paese del sol levante mi portò alcuni souvenir. 
Tra le tante cose che uscii dalle buste colorate notai subito un timbro con inchiostro rosso e il mio nome in giapponese scritto sopra. Pensai che fosse un pensiero carino, che volesse insegnarmi a scrivere il mio nome con le lettere del suo alfabeto, visto che io non avevo ancora iniziato a studiare la sua lingua, ma in realtà, mi spiegò che tutti i giapponesi, devono possedere un timbro, che in Giappone si chiama "Hanko" (はんこ).
A cosa serve l'Hanko?
L'Hanko serve per tutti i documenti, dai certificati ai contratti.
Gli uomini d'affari per esempio in Giappone utilizzano un timbro personale per firmare contratti, transazioni e qualsiasi altra cosa, comprese le fatture. L'hanko si utilizza anche per il proprio conto corrente, per firmare assegni e per le operazioni bancarie in genere.
Ma come funziona? e soprattutto due persone con lo stesso nome possono essere scambiate?
Prima di tutto serve sapere che esistono più tipi di Hanko:
Jitsu-in è il timbro che si registra in comune e serve per firmare i contratti importanti, come quelli di compravendita per la casa o la macchina. perché sia valido questo hanko deve camminare insieme al certificato rilasciato dal comune. Non tutti possiedono questo timbro, ma in caso di necessità si ottiene in giornata. chi invece ne fa largo uso lo ordina da un artigiano e lo conserva con cura.
Hanko con shuniku dentro
Mittume - in serve invece per qualsiasi tipo di documento, anche per una semplice raccomandata o per firmare documenti in ufficio. Se il cognome non è molto comune questo genere di timbro può anche essere acquistato in cartoleria.
Ginkoo-in è invece il timbro che si usa per i documenti bancari (da ginkoo-banca). Questo timbro viene registrato direttamente dalla banca. Deve essere conservato con cura e soprattutto separato dal libretto degli assegni.
Ginkoo-in e Jitsu-in, sono ovviamente i timbri più importanti, per questo i giapponesi li conservano con cura e molti uomini d'affari li fanno costruire da professionisti.
Jitsu.-in può essere anche posseduto dagli stranieri, ma deve riportare gli stessi caratteri della carta d'identità, altrimenti non è valido. Chi insomma nella carta d'identità ha il nome scritto in occidentale dovrà possedere un timbro identico.
In contraddizione con il fatto che scrivere il nome con una penna rossa, secondo i giapponesi, porta sfortuna, l'inchiostro per l'hanko deve essere obbligatoriamente rosso (shuniku - inchiostro rosso).
Alcuni timbri, come quello posseduto da me, hanno al loro interno l'inchiostro che quando finisce va ricaricato. Questo genere di timbro però in banca non viene accettato e così è la banca stessa che fornisce lo shuniku.
Secondo la legge, la firma fatta a mano può anche essere accettata, ma oramai è proprio fuori moda.
Se si vuole acquistare in hanko esistono on line numerosi negozi di souvenir giapponesi che lo mandano a domicilio.

Ospita un bambino giapponese

Oggi vorrei lanciare un appello dedicato a tutti e spero che qualcuno risponda.
Purtroppo i giapponesi sono preoccupati per i loro bambini che vivono in prossimità di Fukushima e Tokio  perchè la situazione lì è ancora grave e così una donna giapponese si sta occupando di allontanarli dal Giappone.Lei si chiama Mayuko fukakusa e  questo è il suo messaggio: 
"La quantità del cesio 134 e 137:
in Italia dopo Chernobyl' 100 bq/kg
a Kiev dopo Chernobyl' 690 bq/kg
a Tokyo dopo Fukushima 1000 bq/kg (prima c'era 1.5 bq/kg)
Quindi la gente in Nord-Est Giappone vive sulla terra che teoricamente va considerata come rifiuto radioattivo.


I bambini (perché sono innocenti e devono avere un futuro bello), sia da Fukushima sia da Tokyo, devono spostarsi definitivamente o almeno per un po' di tempo, verso Sud-Ovest Giappone , ma io vorrei che conoscano il mondo per sapere che la felicità non dipende dalla ricchezza economica come nel loro paese. Se vi interessa ospitare i bambini giapponesi a casa vostra, fatemelo sapere. Grazie".
Non importa se vi piace o no il Giappone, perchè i bambini sono il nostro futuro e patrimonio dell'umanità, quindi per favore se potete, ospitatene 1, ve ne saremo grati!

Anche questo succede in Giappone...

Le auto della Nihon Kotsu
Ieri, una delle più importanti compagnie di Taxi giapponese, la "nihon kotsu", ha inaugurato un nuovo servizio on line che copre la zona di Tokio, chiamato "jintsu taxi", letteralmente taxi per dolori del travaglio, dedicato a tutte le donne incinte. Sul sito della compagnia sarà possibile infatti prenotare un taxi con largo anticipo per andare alle varie visite mediche, per partorire o quant'altro. Le future madri potranno inserire in un modulo privato tutti i dati, indirizzo di casa, del medico, della clinica e il giorno in cui è previsto il parto, con largo anticipo e senza ulteriore perdita di tempo i tassisti le attenderanno puntualmente sotto casa ad ora e giorno prestabilito. I tassisti che fanno parte di questa iniziativa sono già stati addestrati in caso si renda necessario un pronto soccorso e per qualunque altra emergenza!






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Festa della mamma (母の日)


Anche in Giappone oggi è la festa della mamma o "haha no hi" o, in maniera più gentile "okasan no hi", e allora vogliamo cogliere l'occasione per fare gli auguri da queste pagine a tutte le mamme del mondo, che sono la cosa più bella che ci è stata regalata. お母いつもありがとう!okasan itsumo arigatou, sempre grazie mamma!
Ed ecco dal web giapponese una selezione delle immagini più belle dedicate alle mamme.




日本でも今日は母の日、そして我々は世界のすべての母親にこれらのページを祝福し、この機会を利用したい寄贈された最高のもの。 お母さんいつもありがとう!
そして、ここで母親に捧げ最高の写真日本のWebサイトから選択することです。


Auguri mamme!

Un mondo senza bambini?

 Lo avevamo già pubblicato ieri, nella nostra pagina Facebook:"http://www.facebook.com/ItaliaChiamaGiappone?ref=tn_tnmn", ma non avevo avuto ancora il tempo di digerire e successivamente commentare la notizia come si conviene. Bene, sembra che a Sendai, un equipe scientifica, guidata da un certo professor Yoshida, abbia pubblicato in questi giorni i risultati di una ricerca fatta sulla popolazione giapponese in merito al preoccupante e continuo calo di nascite. 
Secondo il team di Yoshida, se nulla in futuro cambierà, in Giappone, nel 3011, non esisteranno bambini di età inferiore ai 15 anni e la popolazione avrà in cambio un maggiore numero di anziani. Questi risultati, ovviamente hanno lasciato sgomenti i giapponesi, ma devono far pensare un po' tutti, visto che il fenomeno del calo delle nascite è un problema che attanaglia il mondo intero e non solo il paese del sol levante.
Ma tornando alla notizia vera e propria, si può immaginare un mondo senza bambini?
Senza quei cuccioli che sono anche il sostegno di un intera società?
Ostetrici in pensione, ditte di pannolini, vestitini, passeggini, giocattoli, cibo per bambini in fallimento, maestri di scuole di primo e secondo grado a passeggio, scuole intere vuote ... .
Insomma un mondo senza piccoli esseri non si può neanche immaginare, non solo per la felicità che aggiungono alla nostra vita, che altrimenti sarebbe vuota, ma anche perché nel loro piccolo, anche questi esserini sono una risorsa importante della società.
A tal proposito, il professor Yoshida ha lanciato un messaggio alla società:" bisogna porre attenzione al fenomeno delle nascite e non trascurare quello che presto potrebbe diventare un problema per l'intera nazione". E noi sottolineiamo "Per il mondo intero".

Perché mi piace il Giappone?

In questi giorni sempre più persone mi chiedono:" Perché ti piace il Giappone?".
Beh! domanda piuttosto semplice composta da 5 parole, altrettanto semplici, eppure non sempre so esattamente cosa rispondere e allora inizio con il dire... sono cresciuta con i manga... mi stanno simpatici i giapponesi...l'oriente è un posto tutto da scoprire ... . Insomma di risposte generiche ne avrei davvero tante e sono le stesse che rifilo ogni volta a chiunque mi rivolge questa domanda.
Ieri, però un giapponese mi ha domandato:"Perché studi il giapponese? e perché ti piace il Giappone? Rispondimi in giapponese, per favore".
Loro usano sempre per favore, perché tutti i giapponesi sono molto educati e cerimoniosi.
Tornando però alle domanda che "Isobe" mi ha rivolto ...
Per la prima volta mi sono sentita in difficoltà, ma non perché dovevo spiegarlo ad un giapponese nella sua lingua, della quale confesso, ho ancora una padronanza mediocre, ma perché quella domanda per la prima volta mi ha portato a riflettere. Cosa rispondere?
distributore di bevande
Ovviamente anche a lui ho dato le stesse risposte: i manga... le anime ... .
Poi, però, ho riflettuto e mi sono posta da sola la domanda.
Credo di aver maturato una risposta, in realtà non ci ho pensato tanto perché credo che le risposte siano già dentro di noi, e allora ho deciso di rispondere con questo post.
Mi piace il Giappone perché ha dei colori meravigliosi, quelli del sole che sorge, quelli degli alberi che fioriscono in primavera e fanno diventare la natura un arcobaleno vivente, mi piacciono tutti quei templi con i tetti bellissimi che si incontrano qua e là, sia nelle zone periferiche che nella città, in mezzo ai grattaceli altissimi. Mi attirano le tradizioni di questo paese: la cerimonia del te, l'ikebana, i kimono, gli ombrellini e i ventagli. Adoro le sue contraddizioni, la vita sfrenata dei quartieri giovani come Shibuya, i tentativi a volte un po' goffi di seguire la moda occidentale, le ragazze e i ragazzi che si tingono i capelli e tutte le cose strane che si trovano nei negozi.
Un'amica mi ha detto che quando Tokio è sottozero è bellissimo camminare con la neve e quando il freddo si fa insopportabile, basta inserire una moneta nei distributori automatici, che si trovano ovunque, per avere subito una lattina calda di te tra le mani, per riscaldarsi, che quando compri un libro il commesso te lo fodera e che nei negozi non importa chi sei, da dove vieni e quanti soldi hai, tutti sono gentilissimi e se sei straniero per di più, ti servono anche ad ora di chiusura. Anche questo mi piace e vorrei provarlo.
Mi piacciono le case tipiche con le pareti di carta di riso, camminare scalza per la casa e riscaldarmi in inverno con il kotatsu, dormire nel futon e giocare a fare la gara a chi spinge di più in metropolitana, visto che nelle ore di punta c'è il rischio di venire sbattuti contro le porte, mi piace il sushi, la tempura, gli onigiri con le faccine e i bento di Hello Kitty . Mi piace il giapponese che è una lingua difficile, e studiarla e impararla è una sfida all'ultimo sangue con se stessi. Ascoltare un giapponese che parla per me è come sentire un suono bellissimo, e tutte le volte che sento questo suono invidio chi lo sta emettendo.
onigiri di Hello Kitty
Infine mi piacciono i giapponesi, figli di questa splendida terra, mi piace il loro patriottismo, la nostalgia che provano quando sono lontani dal loro paese, ma più di tutto il loro orgoglio, la loro educazione e la loro compostezza, frutto a volte di una eccessiva timidezza. Li ho visti, come li abbiamo visti tutti in televisione, quell'11 marzo, li ho visti il 12, il 13 e nei giorni seguenti, ho visto un grande popolo piegato dalla forza distruttiva della natura e da quella autodistruttiva dell'uomo, li ho visti a terra, distrutti, e avevo le lacrime agli occhi e un nodo alla gola e mentre noi pensavamo ancora a tutto quello che stava accadendo loro si stavano già rialzando, più fieri di prima. Perché quel proverbio: "sette volte cadi, otto ti rialzi" lo hanno proprio inventato loro. 

Why I do like Japan?

In These days more and more people are asking me: "Why do you like Japan?." 
Well! pretty simple question, it consists of 5 words, yet not always I know exactly what to unswer and then I start by saying ... I grew up with the manga ... I like Japanese language ... the East is a place to discover ... . In short I can say many things and give a lot of generic responses , but yesterday, however, a Japanese asked me: "Why are you studying Japanese, and why do you like Japan? answer to me in Japanese, please. " 
They always use please, because all Japanese are very polite and ceremonious. 
Returning, however, to the question that "Issei" has addressed to me ... 
For the first time I have been in trouble, but not because I had to explain to a Japanese in his own language, which I confess, I still have a mastery mediocre, but because that question for the first time has led me to reflect.  What to answer? 
Of course, also to him I gave the same answers: the manga ...the anime... . 
But then I thought about it and I asked myself this question alone. 
And so I decided to answer with this post . 
I like Japan because it has a lot of wonderful colors, those of the rising sun,  of the trees that bloom in spring and let becoming the living nature as a rainbow, I like all those temples with beautiful roofs that you can meet here and there, in the outlying areas in the city, or in the midst of the tallest skyscrapers. I like the traditions of this country: the tea ceremony, ikebana, kimono, the parasols and the fan. I love its contradictions, the wild life of the neighborhoods as young as Shibuya, the attempts, sometimes a little clumsy, of the young people to follow Western fashion, girls and boys who dye their hair and all the strange things that can be found in the stores. A friend told me that when Tokyo is below freezing is beautiful walking in the snow and when the cold becomes unbearable, just insert a coin in the vending machines, that you can find everywhere, to have a hot can of tea in your hands to warm them, that when you buy a book the salesman put the on it a cover, that in stores no matter who you are, or where you come from and how much money you have, all Japanese are very kindly and if you are a foreigner's, they let you go in the shops also if you come near the closing time. I really would like to try all this.
I like the typical houses with walls of rice paper, walking barefoot in the house and warming up in the winter with the kotatsu, sleeping in a futon and play during the  peak hours  in the underground with the people that push the others to get inside the train with the risk of being slammed against the gates, I like sushi, tempura, onigiri and bento with faces of Hello Kitty. I like the Japanese language that is a difficult one, and studying and learning it is a challenge with yourselves. Listening to a Japanese speaking for me is like hearing a beautiful sound, and every time I hear this sound I envy those who are emitting it. Finally, I like Japanese people, the children of this beautiful land, I like their patriotism, the nostalgia they feel when they are away from their country, but most of all their pride, their education and their composure. 
I saw them, as all of you, on television, that terrible 11th March, I saw them on the 12th, on the 13th and on the following days, I saw a great population, bent by the destructive force of the nature and by the self-destructive force of man,  I saw  them on the ground, destroyed, and I had tears in my eyes and a lump in my throat and while we were still thinking about everything that was happening to them, they were already raising more proud than before. 'Cause they are the inventors of the proverb: "Seven times you fall,  eight you get up" .

Le carpe e la festa dei bambini

Le carpe in fila
Il 5 maggio rappresenta in Giappone l'ultimo giorno di "Golden Week" che si chiude con la "festa dei bambini" o come dicono in Giappone
 "Kodomo no hi", che fino al 1948 era solo la "Festa dei ragazzi" o "Tanno no sekku". In occasione di questi festeggiamenti è consuetudine, per le famiglie che hanno figli, esporre da aprile fino alla fine di maggio delle carpe in stoffa, "koi no bori", vuote all'interno per essere libere di muoversi al vento come aquiloni. Questa tradizione affonda le sue radici nell'antichità: queste carpe venivano usate per segnalare i luoghi in cui trovare guerrieri coraggiosi. Ecco perché anche oggi questi "pescioloni" continuano ad essere considerati simbolo di coraggio e di successo nella vita. Le carpe vengono sistemate in un ordine preciso.La carpa più grande, quella nera, rappresenta il padre e viene sistemata per prima, subito dopo, tocca alla rossa, più piccola, che simboleggia la madre, in seguito la blu e infine la verde, minuscola rispetto alle altre, che simboleggia il bambino o ragazzo della casa. In occasione di questa festa tradizionale, alla quale il popolo giapponese è molto legato, i bambini maschi mangiano un tradizionale dolce di riso, chiamato "kashiwa mochi" chiuso all'interno di foglie di iris o bambù. Nelle abitazioni vengono inoltre esposte le bambole dei samurai.