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I colori dell'autunno (aki no iro - 秋の色)

A come Autunno, in Giapponese aki (あき), amo questa stagione e ancor di più da quando ho deciso di trasferirmi in questa città. Se la primavera si fa amare per il suo colore meraviglioso dovuto ai milioni di fiori di ciliegio (sakura) che tingono di rosa e viola la città, non è da meno l'autunno che dispettoso ruba la tavolozza alla primavera e ridipinge la natura di rosso e giallo oro. Sono gli aceri giapponesi (momiji), i dominatori di questa stagione. Non importa il mio umore quando la mattina metto piede fuori casa, perchè abitando nelle vicinanza di un parco, mi basta aprire gli occhi quando esco dal cancello per ritrovarmi sempre e comunque capace di un sorriso. 
Ah! la natura. ah! questa terra. Pensavo che solo gli stranieri (gaijin), come me, potessero sentirsi così e che i giapponesi fossero abituati a queste meraviglie, ma no, mi sbagliavo. 
Tutti, indistintamente si fermano ad osservare, sentono il profumo dell'autunno nell'aria, passeggiano per i boschi, si intrattengono seduti nei prati e chiacchierano allegramente godendo di questi piccoli raggi che passano attraverso le nuvole della stagione. Studenti, famiglie, bambini e uomini d'affari che in pausa pranzo consumano il loro bento sotto un albero. 
Uno spettacolo che si ripete ogni anno che si chiama Kouyou (こうよう) e che inizia ad ottobre al nord e si conclude al sud a fine novembre. I luoghi per godere in pieno di questa meraviglia sono tanti e i giapponesi li conoscono tutti. Vicino Tokyo, per esempio, c'è un giardino in puro stile nipponico, il suo nome è Rikugien (giardino delle 6 poesie) e lì è possibile ammirare nella sua pienezza l'esplosione dei colori della natura. Poi c'è anche Tsuruoka hachiman-gu, il più importante santuario scintoista di Kamakura, luogo splendido, che proprio in autunno raggiunge il culmine della sua bellezza. 
Non potrò stancarmi mai di questi luoghi e, spesso, mentre passeggio in bicicletta e il mio spirito si riempie di quella calma che solo la natura può regalare, mi rivedo ancora qui tra 30 o 40 anni, a camminare ancora guardando questi colori e a stupirmi come adesso della perfezione della natura. Quella stessa natura che spesso gli abitanti delle città danno per scontato e che in moltissimi luoghi fa il suo corso senza neanche essere degnata di uno sguardo. Ma non qui. Qui tutti amano la natura, qui la rispettano e sanno che a volte può essere anche crudele.


the colors of autumn-

A for Autumn, in Japanese aki (あき), I love this season and even more since the moment in which I decided to move to this city. If you love springtime for its wonderful color due to the millions of cherry blossoms (sakura) that turn pink and purple the city, you also must love mischievous autumn that steals palette from the spring and repaints the nature of red and yellow gold. The Japanese maples (momiji), are the rulers of this season. No matter my mood in the morning when I step out of the house, because living in the vicinity of a park, I just open my eyes when I go out of the gate and find myself always capable of a smile.
Ah! nature. ah! this earth. I thought only foreigners (gaijin), like me, would feel this way and that the Japanese were accustomed to these wonders, but no, I was wrong.

All people, without exceptions stop to observe, feel the smell of autumn in the air, walking through the woods, entertaining themselves sitting in the grass and chatting happily enjoying these little rays passing through the clouds of the season. Students, families, children and business people at lunch eat their bento under a tree.

A show that takes place every year, called Kouyou (こうよう) and that starts in October from the north and ends to the south in late November. Places to fully enjoy this marvel are many and the Japanese know them all. Near Tokyo, for example, there is a Japanese style garden
called Rikugien (garden of 6 poems) and there you can enjoy the full explosion of the colors of  the nature. Then there is also Tsuruoka hachiman-gu, the most important Shinto shrine in Kamakura, beautiful place, that in autumn reached the peak of its beauty.
I will never get tired of these places, and often while walking with my bycicle and my spirit is filled with the calm that only nature can give, I see myself still here in 30 or 40 years, still walking and looking at these colors , this is the perfection of nature.  The Same nature that often city dwellers take for granted and that in many places takes its course without ever being condescended to take a look. But not here. Here all people love nature, here they respect it and know that sometimes it can also be cruel.

Le cinque parole più usate


In Giappone esiste più di qualche parola di cui i giovani non possono fare a meno. Queste parole sono entrate pian piano nell'uso comune fino a diventare indispensabili da conoscere... per tutti.
Le principali sono Sugoi, kakkoi, kawaii,yabai e baka.
Avete presente quando per esempio camminiamo per la strada e incrociamo una vetrina ben allestita con un vestitino davvero interessante o magari una bella casa o una macchina super sportiva ed elegante ?
Ecco i giapponesi davanti a visioni come questa esclamano: oh, Sugoi! che praticamente è bello o se proprio vogliamo tradurlo come dovrebbe essere rende molto bene l'aggettivo inglese Cool! Insomma qualcosa di bello, alla moda e che ci piace da impazzire è "sugoi"(すごい)!
Un bell'uomo è "Kakkoi" (かっこい), ovvero per usare un linguaggio a noi più famigliare: è un figo!
Ovviamente questa espressione, a parte casi eccezionali, è usata solo dalle donne.
Se rimanete a piedi con la macchina, invece, oppure, al contrario, vi succede qualcosa di bellissimo è il caso di dire "yabai"(Yabai)!
La differenza tra i due casi ovviamente si noterà dalla vostra espressione...Tanto si capisce se uno è contento oppure ha un diavolo per capello.
Infine "Kawaii"(かわいい). Cosa potrebbe essere "kawaii"?
Vediamo .. Hallo Kitty per esempio è Kawaii. Qualcosa di dolce, tenero, con gli occhioni grandi e ingenui e magari peloso è Kawaii. Un cucciolo di cane per esempio è kawaii.
"Baka" (ばか) significa letteralmente stupid, pazzo, imbecille. Lo usano per loro stessi, quando commettono un errore, ma anche sugli altri... . "Baka" è un vocabolo antichissimo, di cui esistono già tracce nel 1300.