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Addio "Gaijin Card"

Da oggi, 9 luglio, in Giappone viene distribuita una nuova tessera e le procedure saranno molto più veloci. Sono passati 60 anni da quando fece la sua comparsa la carta d’ identità per gli stranieri, ovvero, per usare un gergo noto ai nipponici la “Gaijin card” una sorta di tesserino a forma di bancomat. 
Ebbene, sembra proprio, grazie a nuovi emendamenti sulle leggi d’immigrazione, proprio da oggi tutto cambierà. A partire da questa mattina a tutti gli stranieri residenti in territorio giapponese viene distribuita una “Carta di residenza” molto simile a quella che portano dietro gli stessi giapponesi, con l’aggiunta però di una parte speciale in cui viene indicata la precedente nazionalità. Questa innovazione, ha spiegato il governo, assolverà ad una doppia funzione: da un lato renderà le cose più semplici per lo stesso stato, dall’altro permetterà a tutti coloro che risiedono in Giappone di sentirsi un po’ meno “alieni”. Sarà permesso a tutti gli stranieri  di avere accesso negli uffici municipali della zona di competenza per tutte le pratiche burocratiche e, dunque, risulteranno snellite le procedure ed eliminate le code agli uffici d’immigrazione. 


Ma ciò che riveste una maggiore importanza è sicuramente il fatto che la nuova legge semplificherà le cose a tutte le famiglie miste. Se prima, infatti,esistevano due sistemi di registrazione separati, adesso l’intera famiglia potrà essere registrata in un unico albo. Inoltre i lavoratori specializzati potranno soggiornare per un periodo non superiore a cinque anni, ad oggi erano solo tre, e si allunga anche il tempo massimo di permanenza degli studenti che da oggi potranno risiedere in Giappone per un periodo di 4 anni e tre mesi, a differenza dei 2 anni e tre mesi previsti dall'attuale legislazione. Anche i permessi di rientro, attualmente fissati a 3 anni, sono stati estesi a 5. Una fotografia, questa, di un Giappone moderno che mostra al mondo una nuova faccia: quella di una nazione ferita che vuole risollevarsi dall'attuale crisi economica, che, presente in piccola parte già a partire dal 2008, ha sicuramente toccato l’apice a marzo del 2011 con lo tsunami e il conseguente dramma nucleare. Un Giappone più aperto che vuole incoraggiare gli stranieri a tornare numerosi ad affollare le sue città, visto anche il sostanzioso calo registrato nel corso del 2011.  

2 commenti:

  1. Quali sono "i lavoratori specializzati"?
    Gommennasai ^_^

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  2. I lavoratori specializzati sono quelli che per esempio vengono dall'Italia per costruire un ponte, o quelli che dalla Francia vanno in Giappone per lavorare nelle centrali ... Insomma la mano d'opera di un certo livello. Pensavo che in Giappone non ne avessero bisogno, ma invece serve sempre!

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