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Nikko tra passato e presente


Nikkō ( 日光, Nikkō, “luce del sole”), patrimonio dell'Unesco e, a detta di molti, la città più bella del Giappone, si trova ad appena 140 Km a nord di Tokyo, al centro di un Parco Nazionale, nella regione montuosa della prefettura di Tochigi ed è facilmente raggiungibile con il treno dalla stazione di Asakusa. In quattro ore circa si arriva alla stazione che è la più antica del Giappone, e venne progettata da Frank Lloyd Wright, un famoso architetto americano, nel 1915. Una volta scesi dal treno basta proseguire a piedi per 20 minuti presso il quartiere Tosho-gu per arrivare in una sorta di "valle dei templi", un luogo che oggi sembra quasi fuori dalla realtà. Lungo il percorso, ci sono locande dove è possibile assaggiare qualche specialità tipica e poi ci si immerge nella natura per incontrare il primo tempio, il Rinno-ji, fondato nel secolo VIII da Shodo Shonin. La leggenda racconta che, oltre 1200 anni fa, il monaco Shodo Shonin, in viaggio verso il monte Nantaisan, venne bloccato nel suo percorso dal fiume Daiya ed allora pregò  per avere un ponte e il suo desiderio fu esaudito da un gigante con un abito blu e una collana di teschi al collo. 
“Ecco il tuo ponte!” ,gli disse il Dio, e gettò  due serpenti, uno blu e uno verde. Il sacerdote, allora, potè attraversare il fiume sul dorso dei serpenti e, non appena mise piede sull’altra sponda, il Dio ed i serpenti scomparvero. Proprio in questo punto sorge oggi il rosso Ponte Sacro chiamato "Shinkyo" che, originariamente riservato ai samurai, oggi è attraversabile da chiunque pagando una tariffa, ma il consiglio è quello di passargli a fianco, da dove lo si può ammirare meglio e fare qualche scatto.
All'interno del tempio Rinno-ji vi è il Sambutsu-do, la sala dei tre Buddha, l’edificio più grande di Nikko e sono custodite tre statue d’oro rappresentanti il Buddha Amida, Senju Kannon e Bato Kannon. Poi c'è la Sala del Tesoro, risalente al periodo Edo e, subito dopo aver attraversato uno splendido giardino si ritorna sulla strada principale dove ecco ergersi davanti agli occhi il complesso dei templi di Tosho-gu, eretto nel 1634 da Tokugawa Iemitsu (1603-1651) in onore di suo nonno Ieyasu per dimostrare agli altri daimyo (signori feudali) la potenza dello shogunato Tokugawa. Proprio Tokugawa Ieyasu fu una figura importantissima per la storia del Giappone. Proprio lui fondò l’antica capitale Edo, l’attuale Tokyo e portò la famiglia Tokugawa al potere, dando origine all’omonimo periodo storico. Era l’epoca dei valorosi samurai, che durò per ben due secoli e mezzo fino alla loro decadenza nel 1868.  Leyasu arrivò a essere venerato come un Dio dopo la sua morte.
In questo posto meraviglioso che è Nikko, tra i templi e le statue dei guardiani il tempo scorre lento e piacevole e si ha la sensazione di essere sospesi nel tempo in bilico tra passato e presente. Le bellissime statue, a partire dalle scimmiette "Non vedo, non sento, non vedo" (il male ovviamente), per finire dai guardiani che sorvegliano i cancelli di entrata della valle, subito dopo la pagoda a cinque piani, che rappresenta una sorta di pre-ingresso.
Nikko è un posto davvero sorprendente che vi assicuro vale proprio la pena di visitare ... almeno per una volta!


Nikkō (日光, Nikkō, "sunlight"), according to many, the most beautiful city in Japan, is just 140 km north of Tokyo, in the middle of a National Park in mountainous region of the prefecture of Tochigi and is easily accessible by train from Asakusa Station. In four hours you will arrive at the station which is the oldest in Japan, and was designed by Frank Lloyd Wright, a renowned American architect, in 1915. Once off the train, just walk for 20 minutes at the Tosho-gu district to get into a sort of "Valley of the Temples", a place that now seems almost unreal. Along the way, there are taverns where you can taste some typical dishes and then, you can immerse yourself in nature just before you meet the first temple, the Rinno-ji, founded in the eighth century by Shodo Shonin. Legend says that 1200 years ago, a monaco, called Shodo Shonin, traveling to the mountain Nantaisan, was stopped in its path by the river Daiya and so prayed for a bridge and his wish was granted by a giant with a blue dress and a necklace of skulls around his neck.
"This is your bridge!" Said the God, and he threw two snakes, one blue and one green. The priest was able to cross the river on the backs of serpents and as soon as he set foot on the other side, God and the snakes disappeared. Precisely at this point, there is now the sacred red bridge called "Shinkyo" which was originally reserved for samurai, but is now crossed by anyone for a fee, but the advice is to pass it on one side, where you can see better and take some pictures.


Inside the temple Rinno-ji is the Sambutsu-do, the room of the three Buddha, the largest building in Nikko and are held three golden statues representing the Buddha Amida, Senju Kannon and Bato Kannon. Then there is the Treasure Room, from the Edo period and, after passing through a beautiful garden on the main road you will see the temple complex of Tosho-gu, built in 1634 by Tokugawa Iemitsu (1603 -1651) in honor of his grandfather Ieyasu to show others daimyo (feudal lords) the power of the Tokugawa shogunate. Just Tokugawa Leyasu was an important figure in the history of Japan. He himself founded the ancient capital of Edo, now Tokyo, and brought the Tokugawa family to the top of the powe, giving rise to the homonymous historical period. It was the era of the brave samurai, which lasted for two and a half centuries until their decline in 1868. Leyasu became worshiped as a god after his death.
In this wonderful place that is Nikko, among the temples and statues of guardians, time passes slowly and pleasant and you have the feeling of being suspended in time somewhere between the past and present. The beautiful statues, from monkeys "I do not see, do not hear, do not see" (evil, of course), to the guards who guard the entrance gates of the valley, just after the five-storey pagoda, which represents a kind of pre-entry.
Nikko is a really amazing that everyone must visit... at least once!


I colori dei quartieri di Tokyo



Diversamente da come accade in molte altre città, passeggiare per le vie di Tokyo è sempre una esperienza piacevole, la diversità delle sue strade, divise per quartieri enormi, è qualcosa che non può mai annoiare l'occhio e a volte mi capita di pensare che ad ogni quartiere potrei assegnare un colore diverso, soprattutto ai quattro quartieri più alla moda e conosciuti in ogni angolo del mondo, ovvero Shibuya, Harajuku, Omotesando o Daikanyama. Ognuno di questi affascinanti pezzettini di Tokyo ha un proprio stile che viene messo in mostra come un marchio e quando ci si addentra all'interno delle varie zone si sà già cosa si potrebbe trovare.
Shibuya, uno dei miei quartieri preferiti, per esempio,  è conosciuta anche agli stranieri per via dei tantisimi giovani che la frequentano. Qui, si possono incrociare a tutte le ore del giorno moltitudini di studenti che, come in una sorta di vetrina, si mettono in mostra per le vie che costeggiano la stazione,  e si ritrovano al grande magazzino 109 (in giapponese "ichi-maru-kyū", ovvero "uno-zero-nove"), dove, è risaputo che lo stile del quartiere prenda forma. Le ragazze sfilano per le strade con i capelli decolorati, vestiti appena in grado di coprirle, trucco vistoso e tacchi altissimi ai quali non rinunciano neanche nei giorni di pioggia. Ciò che ne viene fuori è un tripudio di colore, al quale io non rieso a resistere, e, che anche agli stranieri fa venire voglia di usare quello che è il vocabolo giapponese più conosciuto: ... "kawaii". A volte mi chiedo perfino cosa succederebbe se i giovani abbandonassero Shibuya. Perchè diciamolo pure sono loro che lo hanno costruito e che lo rendono speciale.
Poi c'è Harajaku, che per tutti gli occidentali è il quartiere più sorprendente. Harajaku, ospita adolescenti dallo stile audace e irriverente. Qui fanno capolino, ad ogni angolo delle strade, gonne, pizzi e accessori molto particolari e durante i fine settimana gruppi esordienti di visual rock si esibiscono all'interno del parco di Yoyogi, mentre numerosi cosplay passeggiano per le strade dando vita ai personaggi delle "anime".
Non distante da Shibuya, praticamente confinante, c'è anche Omotesando,  che è stato definito "Champs Elisèes" di Tokyo. Omotesando è pieno di negozi di stilisti giapponesi, conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo, e così, passeggiando per le sue vie si incontrano gli store di Issey Miyake o quello di Yohji Yamamoto e di tantissimi altri. Ciò che mi affascina sono i caffè in stile francese, che sembrano completamente entrare in contrasto con l'architettura.
Il quartiere della moda per eccellenza è Ginza. Qui prende forma il lusso. Tutti gli stilisti più famosi del mondo hanno qui il loro negozio. Chanel, Cartier, Prada, Gucci si alternano alle vetrine di grandi magazzini come Mitsukoshi. e durante il fine settimana il quartiere viene preso d'assalto dagli amanti dello shopping, di quello non per tutte le tasche, ovviamente. Passeggiare per Ginza, anche senza comprare è una cosa bellissima, ma le distanze qui sono enormi e se quindi dopo tutto questo ci si sente stanchi e si sente il bisogno di un pò di tranquillità,   defilato dalla frenesia di Shibuya e attualmente frequentatissimo è Daikanyama, un posto molto gradevole dove molti dei negozi sono ospitati all'interno di casette tradizionali. Qui, anche i centri commerciali sono stata studiati per essere a misura d’uomo e l'atmosfera è molto rilassante e amichevole . Infine quando arriva la sera, tutto si trasforma e illuminata dalle luci della notte Tokyo continua ad essere affascinante persino con la pioggia, ed ecco all'improvviso un piccolo vicolo, un chiosco dove sedersi a mangiare qualcosa di tipico, una bicicletta appoggiata ad un muro per dimenticare la frenesia del giorno e aprire il cuore a questa città che ha anche un lato poetico ... .


Unlike in others cities, walking through the streets of Tokyo is always a pleasant experience, the diversity of its streets, divided by huge  neighborhoods, it's something that can never bore the eye and sometimes happen to think that every district could have a different color, especially the four most fashionable neighborhoods and known in every corner of the world, Shibuya, Harajuku, Omotesando and Daikanyama. Each of these fascinating pieces of Tokyo has its own style that is put on display as a brand and when you enter in the various zones already knows what you might find.
Shibuya, one of my favorite neighborhoods, for example, is also known to foreigners because of the many young people who attend there. In Shubuya, you can find, at all hours of the day, multitudes of students who, as in a sort of showcase, show themselves in the streets that surround the station, and meet at the store 109 (in Japanese "ichi-maru- kyu "or" one-zero-nine "), where it is well known that the style of the neighborhood take shape. The girls parade in the streets with bleached hair, dressed with clothes that are barely able to cover them, gaudy makeup and high heels which do not give up even on rainy days. What comes out is a riot of color that makes me want to use what the Japanese best known  word ... "Kawaii". Sometimes I wonder what would happen if the young abandon Shibuya. Because let's face it they are the ones who built it and make it special.
Then there is Harajaku that for all western district is the most surprising. Harajaku hosts adolescents bold and irreverent style. Here peek at every street corner, skirts, lace and  very special accessories and  in the weekends visual rock groups of newcomers plays at Yoyogi Park, while many cosplay walking the streets, giving life to the characters of " souls. "
Not far from Shibuya, almost bordering on, there is also Omotesando, which has been called "Champs Elisèes" of Tokyo. Omotesando is full of Japanese designer shops , known and appreciated all over the world, and so, walking in his streets you can see the store of Issey Miyake and Yohji Yamamoto and that of many others. What fascinates me are the French style cafe, which seem to completely come into conflict with the architecture.
The fashion district for excellence is Ginza. Here luxury takes form. All the most famous designers in the world have their store here. Chanel, Cartier, Prada, Gucci have their the windows next of department stores such as Mitsukoshi. and on weekends the neighborhood is besieged by shoppers. Walk in Ginza, even without buying is a beautiful thing, but the distances here are huge, and then when after all this you feel tired and you feel the need of a bit of peace, sheltered from the hustle and bustle of Shibuya, there is Daikanyama, a very pleasant place where many shops are hosted in traditional houses. Here, even the malls have been designed to be on a human scale and the atmosphere is very relaxed and friendly. Finally, when the night comes and everything is transformed and illuminated by the night lights, Tokyo continues to be attractive, even with the rain, and suddenly here is a small alley, a kiosk where you can sit and eat something typical, a bicycle leaning against a wall to forget the hustle and bustle of the day and open your hearts to this city that has also a poetic side ... .

Alla scoperta di Kobe - Discovering Kobe

E' stato durante una gita a Kobe che mi sono resa conto che il Giappone non è solo Tokyo o Kyoto, ma può offrire molto di più a chiunque lo visiti, e che meraviglia!
Kobe, per intenderci, a pochi chilometri da Osaka, è la quinta città del Giappone in ordine di grandezza e il numero dei suoi abitanti è di circa 1,5 milioni. Questa bella città giapponese nel 1100 è stata capitale per circa 6 mesi ed è ricca di reperti archeologici che testimoniano insediamenti umani già nel periodo Jomon (dal 10.000 al 300 AC). Fin dall'antichità il suo bellissimo porto fu uno dei più importanti del Giappone e uno dei primi ad iniziare gli scambi commerciali con l'occidente. Kobe è nota soprattutto per essere una città cosmopolita e di questo ha risentito molto la sua architettura che a costruzioni tipicamente giapponesi affianca palazzi in chiaro stile occidentale. La città prese la sua forma definitiva intorno al 1880, ma venne prima bombardata nel 1945 e successivamente subì enormi danni nel 1995 a causa del terremoto conosciuto con il nome di Anshin-Awaji. Oggi questo gioiellino che nel 1889 prese il nome Kobe, dal termine kanbe, antico appellativo dei seguaci del santuario shintoista di Ikuta, uno dei più antichi del Giappone, è una delle città più popolate del paese ed offre molto ai suoi abitanti ed ai turisti. Stranamente questa città orientale così lontana intrattiene un rapporto speciale con la nostra Terni, pare che le due abbiano in comune un particolare modo di sentire S.Valentino e a tal proposito Aurelio De Felice, uno scultore nativo di Terni, ha donato alla città una scultura rappresentante la maternità che è stata posta in uno dei parchi più grandi della cittadina nipponica. Se riusciste a recarvi a Kobe non perdetevi il meglio, ovvero lo splendido porto, la german house, o Jinkan, residenza per stranieri, la torre, il Meriken park, Nunobiki herb park, Sorakuen garden, uno splendido giardino in puro stile giapponese al centro della città, e il suo splendido ponte. Inoltre Kobe è molto famosa per il suo sake, quindi provatelo e soprattutto recatevi al Kiku-Masamune, una sorta di museo del sake dove potrete scoprire tutti i segreti ad esso relativi. Non era mai stata a Kobe e non pensavo che avrei trovato tutte queste meraviglie. Soprattutto è stato bellissimo camminare per la città di notte, immersa nelle mille luci che offre. Se andate in Giappone non sottovalutate questa città e sono sicura che non ve ne pentirete!      


It was during a trip to Kobe, that I realized that Japan is not just Tokyo or Kyoto, but can offer much more to anyone who visits, and what a treat!

Kobe, just to understands, is situated near Osaka, is the fifth largest city in Japan in order of magnitude and the number of its inhabitants is about 1.5 million. This beautiful city was the capital of Japan in 1100 for about 6 months. This Japanese city is also rich in archaeological evidence and from this evidence seems that his settlements have been habited as early as the Jomon period (10,000 to 300 BC). Since ancient times, its beautiful harbor was one of the most important in Japan and one of the first to start trade with the West. Kobe is known for being a cosmopolitan city and this has affected a lot of its architecture the typical Japanese buildings are mixed with others in clear western style. The city took its final shape in the 1880s, but was first bombed in 1945 and later suffered enormous damage in 1995 due to the earthquake known as the Anshin-Awaji. Today this little gem which in 1889 was named Kobe, from the term Kanbe, ancient name of the followers of Shinto shrine of Ikuta, one of the oldest in Japan, is one of the most populated cities in the country and offers a lot to its residents and tourists. Strangely this eastern city so far from us maintains a special relationship with the italian city of Terni, it seems that the two have in common a particular way of feeling Valentine's Day and in this regard Aurelio De Felice, a sculptor born in Terni, has given to the city a sculpture representing motherhood which was placed in one of the largest parks in the Japanese town. If you could go to Kobe not miss the best: the beautiful harbor, the german house, or Jinkan, a famous residence for foreigners, the tower, the Meriken Park, the Nunobiki herb park, the Sorakuen garden, a typical Japanese-style garden situated in the center of the city, and its beautiful bridge. Kobe is also very famous for his sake, then try it, and than go to the Kiku-Masamune, a sort of museum of sake where you can discover all the secrets of this Japanese wine. I had never been to Kobe and I did not think I would find all these wonders. Above all, it was great walking around the city at night, surrounded by the bright lights that offer. If you go to Japan, do not underestimate this city, you'll enjoy it.