Ho parlato a lungo, ieri, con uno dei miei amici giapponesi a proposito del fatto che una delle cose che di più mi colpisce di questa terra e dei suoi abitanti è il contrasto che esiste tra una sfrenata tecnologia e il desiderio di modernità, da una parte, e tradizioni dall'altra. Il mio amico mi ha spiegato che, in realtà, la ricerca e lo spasmodica desiderio di una di queste due cose, parlava ovviamente della modernità, rappresenta la perdita di qualcosa dell'altra.
Secondo gli occhi di un Giapponese, dunque, l'incalzante ritmo del progresso che continua a bussare alle porte del Giappone, rappresenta un continuo distacco, un allontanamento, da tutto ciò che è tradizione, dalle cerimonie che hanno reso il paese del sol levante famoso nel mondo, dai costumi, e da tutto ciò da cui noi occidentali continuiamo ad essere attratti.
"Abbiamo perso qualcosa" - ha spiegato - e "quel qualcosa sembra si allontani sempre di più dal nostro sguardo". Modi di fare, atteggiamenti, persino il tradizionale rispetto e la famosa educazione, tutte le cose che noi amanti di questa terra adoriamo, rischiano di venire compromessi. I giovani si allontanano sempre di più dalle abitudini degli anziani e il divario tra modernità e tradizione cresce.
Uno straniero, come me, forse, non può comprendere fino in fondo questo pensiero, perché ancora oggi riscontro molta differenza tra i modi educati e rispettosi di un giapponese e quelli del resto del mondo, perché ancora oggi le tradizioni di questo paese attirano visitatori da ogni parte e soprattutto perché quando cammino in una grande strada piena di grattacieli e grandi negozi, se sono stanca, mi basta girare per una strada secondaria per trovare un luogo, un piccolo vicolo, dove il tempo sembra essersi fermato. Una piccola stradina, che all'apparenza sembra essere insignificante, diventa per me una sorta di visione paradisiaca, un conforto per gli occhi, stanchi di guardare in alto verso le costruzioni gigantesche che riescono anche a coprire il cielo.
Poi ci sono i parchi e ci sono anche i giardini, talmente puliti e sistemati, da diventare luogo di pensiero, posti in cui riflettere e riordinare le idee.
Ci sono le biciclette e ci sono i ragazzi delle consegne a domicilio. Ci sono i templi e ci sono tutti questi paesaggi che lasciano senza fiato e che, a noi stranieri, ci proiettano all'interno di un manga di cui ci sentiamo protagonisti. Ci sono le insegne scritte con i kanji, e ci sono uomini e donne in abiti tradizionali.
Poi ancora una volta, giri un angolo, ed ecco che imponente il progresso si staglia fiero davanti agli occhi. Questo è il Giappone di oggi, una terra con delle tradizioni da proteggere, un luogo in cui due anime continuano a convivere insieme.
speriamo che riescano a convivere e che le tradizioni non svaniscano!D: sarebbe un enorme perdita anche per noi occidentali amanti di questo paese stupendo!*-*
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